Post

Visualizzazione dei post da dicembre, 2025

Sospiri arcani, ricordi e lune mondane

Fluido ritorna Ai tenui albori Di un' alba Deserta Il mite candore. Prega in ginocchio Avvolge il silenzio Che denso riabbraccia Il sorgere spento. Fulgido ancora Risplende  Lo sguardo nudo Di una notte. Verrà tra i ricordi Di stelle Una luce mondana Una brezza lieve E un sibilo Arcano. Nutrita e assorta Depone il suo manto L' ultima voce Di una dea.

Canto sottile di un' ora morente_frammenti____rivista MARGUTTE

MARGUTTE | Non-rivista online di letteratura e altro https://share.google/gX8ZvlpeV9Zjdh47F https://www.margutte.com/?p=45271

Alle volte dei muri di un paese di sera

Rivive all' ombra Di un fiore Chinato Dal sonno Della somma Stagione Un ticchettio  Ridotto, Una muta Speranza, Vago riflesso Di un lento Dormiveglia In disuso. Beltà a tratti Vibra tra neri Accordi, A ridosso di Un seme Che terra Muta custodisce, Posto nel ventre Incolume, Ormai redento. Tu sei come un cielo Distratto Che nessuno  Ha raccolto, Uno sguardo sommesso Lasciato in disparte Che attende la fine Alle volte dei muri Di un paese Di sera. Tu sei come una fiamma Vibrante Che lenta resiste Ai sussulti  Di un turbamento, Lacrime spente  Che gli occhi rapiti Disdegnano E fosche Piano lasciano andare.

Figlia lontana di cenere e sogni

Trucida l' amara essenza, Figlia lontana  E recondita, Cresce distratta  Tra buchi Di una valle nascosta E dismessa. Fitta di rovi Si accascia Su polvere e lacrime Sporche, Dal mare lasciata Tra cenere e sogni Bruciati Di un rude candore. L' attesa fosca Breve riecheggia Tra i bulbi costretti Dal cuore di una Notte di brace, Indenne allo scuro Crepitio di un tempo Sinuoso nei passi. Rimbomba tra crepe Di un gracile suolo Questa torbida Vana venuta. Stringe le fragili Dita attorno Al secco vincastro, Irrisolta, Sdraiandosi ferma Ai margini densi  Di uno scarno  Tempo destino, Avvolto da lievi, Stremati, Sussurri di vento.

Respiro indenne

Sguscia via,  Via dalle ombre, Tra lo sguardo Cupo Dei rancidi rami -E il crepitio morto Di un focolare  Acerbo- Il sibillino ricordo, Sfumato tra voci Di un coro del tempo, Che di notte pervenne A ridosso di una Triste litania, Luce dai colli Sopra buie terre  Mature. Caddero spente Le ultime candele Che luce Viandante Posero al tremolio Dei passi, Distratte dal giogo Dei cauti cipressi, Tese e rarefatte Dal veleggiare Assorto dei densi  Latrati Di un segreto desiderio. L' oggi pone gli ormeggi Stanco del fresco brusio Del vento. A ridosso di un nudo Corpo, il vagare Perenne poggia Lo sguardo Su un cuore Ancora trafitto Da rocce, Ma nel pulsar Di vita, dal respiro Stretto indenne.

Recensione a cura di Francesca Mezzadri su Satisfiction

Immagine
https://www.satisfiction.eu/andrea-ravazzini-tu-sei-la-terra-il-vento-e-la-luce/?fbclid=IwQ0xDSwOeiHhjbGNrA56IbGV4dG4DYWVtAjExAHNydGMGYXBwX2lkDDM1MDY4NTUzMTcyOAABHkq7p0g0djBQ2X4nXyc7-_22LnyYOFfgB1VqX4v4OO3VhOTJTiLjFbWkz4Al_aem_V2zg4FZaDPDtHoT2L4UEZQ

Note assorte di nuda misericordia

Lungi di poco Dal fiocco distratto Di stelle  Su cui si posò  Un arcano, ruvido Incanto, Vestì passi dismessi Lenta ombra di luna, Varcata nei solchi  Di un' età innocente Da una bruna reminiscenza, Da una voce redenta, Dal ricordo sbiadito Che fu una vana  Striscia di assenza. Sorti vide trafiggere Immonde. Schiere di lunghi boati Accolse nel sonno  Tra lacrime dure, Assorte. Messi raccolse Tra braccia di grano. Intrusi campi di fiori Attraversò, silente, Accarezzando Nitidi abbracci Che furono un sogno, Una cauta ferita,  Un rogo calciante Gettato dall' umana Fine di una persa -E costretta nei duri Fossi di lago- Notte di nuda Misericordia.

Una storia vuota

Densi ritorni Frantumano L' ultimo inchino Agli occhi Di un pallido Suolo. Lieve Rimase silente, Lieve riemerse Pulsante Nella lunga distesa Delle ore più ferme, Tra fiori incolti Sotto nuvole E schegge Di un ruvido Manto  E tiepide scaglie  Di un gelo sincero.