Trecce di lampi e naufraghi rovi
Stringe una pendula
Ampolla il triste
Desiderio
Di bianco silenzio,
Il lascito denso
Di una voce
Che piano svanisce,
Che vedo accasciarsi
In un pianto
Tra crudi nodi di terra.
Beltà nuda si erge,
E fitta, ferma,
Sfiorisce.
Lieve riecheggia
Alla fine di sottili
Fili di cielo,
Tra i vacui rintocchi
Di una lunga discesa.
Candidi i fiocchi
Di questa stagione
Che l' ora assorta
Muta assapora.
Avvinghia sola
Le labbra una notte.
Ruvida abbraccia
Il socchiudersi perso
Di un esodo arcano.
L' angolo storto
Di questa stanza
In cammino
È tardo rifugio.
Cullo le messi
A venire
Tra schegge di fini
Ricordi e trecce
Di lampi,
Con gli occhi
Protesi ai
Languidi resti
Di naufraghi rovi.
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