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Visualizzazione dei post da settembre, 2025

Il trovatore di sogni

Buia via soggiace, Accosta breve a un gregge smarrito Di frivole luci serali. Dondola  Il trovatore di sogni Smarrito Sul varco della Silente dimora Di un tempo Malfermo. Una sgualcita Fotografia tra  Le mani. Trema La sorda terra. Resta ancora Il lento passo Del candore Sfumato Nel sonno Degli sguardi Sinceri Di una notte. È vita solo il respiro di sera, Una sera verrà.

Un volto

Misto a un solo rumore Una tarda appariscenza Tra brividi d'ombra Trasale. Penombra fitta L' oscuro rimorso Di un damascato Ricordo Zittisce. Subito sale Nel silente connubio Una pioggia lieve Che in bruma  Di un volto riemerso Sparisce.

Una brace s'ode in lontananza

Un brivido denso, Un sibilo spento, Un sospiro intenso, Ed ecco, un battito Di ali, uno sguardo Sfiorato, un verbo Da poco non detto Mutano il corso Di un fiume Sorretto Da un cieco  Barlume, Dal tenue respiro Che scruta immenso E soggioga verità  Sparse nei petali, Tra le mani Del vento. Mera virtù  Tace e scompiglia Il bosco zittito Ai piedi dei nudi Ricordi, in cui brevi, Lontani un tempo Corremmo e stanchi Cademmo. Voracità,  Questo anelito Vano. Il sorso finito Non bacia neppure Il folto biancore Come il fu velare Leggiadro dei campi Di grano, che umili E fieri anelano Il canto, Una danza sincera E il lieve fragore Di tenui onde Che vengon silenti Dal vasto ventre del mare.

Risentirà una via un respiro redento

Via da un lento passato, Si accoccola una voce Vera Rimasta deserta Alla foce di questa Mesta serata, Orlo di incanto, Calice denso Nel nudo angusto Nido del tempo. Vibrano assenze, Ricordi di ieri, Torti e carezze, Abissi e misteri, Infranti accordi Diafani Tristi pensieri, E fragili storie  Nel torbido  Giogo Sfumate Che i passi deposti Han perso nel dono E vaghe e scomposte Han fatto ritorno Col capo inclinato E un pianto silente  Su una logora via  Lungo tersi sentieri.

24 settembre

Moto deserto Sorge a ponente. Una vaga frequenza Lenta si insinua  Tra battiti Nudi Di una fragile  Scarna, residua Carezza. Si infiltra Recondita -Tra vani deposti Abbracci di sera- Una scomoda, Placida brezza A un passo Dal mare. Nel fronte Di questo vasto Orizzonte Muta sfiora Il respiro Denso Di notte, E tra sfilacci Di bruma E resti dispersi  Di un ticchettio Delle stelle, Sfuma, risale e  Palpita. Riflette una dura Assenza di pace Il mite frastuono, Il suono che preme Iracondo e stremato -Nel crudo rilascio- Un risorto momento, Invaso dal fremere -Torbido e Acerbo-  Di questo Ristretto, Assorto Scorcio  Di tempo.

Spore

Zigzagare Asfittico, Ruba Una voce, Un tocco, Tedio Di chimica Assorta, Una piega In un angolo Di bocca, Una nebbia Senza età. Brucia  Il Riscatto Tradito Che mesto Piegai Tra sordide Falde E cunei Deflessi Ai piedi Contratti Di un mondo Stupito.

Vive ancora una terra

Leggiadro Sospiro Il  muto Caos Attorciglia Ai margini Densi Di un bosco Folto di nudi Respiri. Rivive ancora -In una luna Sorgente- Una curva Di fresca Immensità  Ove il tempo Negli occhi Ha un breve  Ristoro.

Poesia

Translucida  Abbonda tra  Le fredde risaie, Tra le strade  Fitte di sale, Su per le nude Discese, Tra le corde Di mute salite, Tra il calore Di un mare E il nitido Silenzio Che il Respiro Di monti Assale. Febbre  Di questa Prima Verità, Mistero  Di cui  Un mondo  Deposto Nel suo  Nutrimento Fu seminato. Il canto Si è perso Tra il brusio Del tempo. Intrude ogni Spazio -Dal fine ombrato Dismesso, Al vasto largo Sconnesso-. Sarà ricerca Questa lunga Nottata, Sarà attesa Di un dono Disceso Che mano Non coglie, Che regge Tra fili sottili  Una Luce  Vibrante, Una Nuova  Taciuta Giornata.

Poesia

Rende la stasi Recondita Un gomitolo Di Recessi e brandelli Un Assoluto Silenzio, Una nuvola sola. Sgombro il lontano Versante, nudo  Rigira Uno Spazio Costretto e nitido Nel terso Ristoro. La vita depone Il suo frutto, Lieve il capo Rigira e Si Addormenta. Vibrano in coro I passanti destini,  I confusi, tristi Rintocchi Che labbra taciute Infrangono. Un suono il gelo Protratto  Atterrisce, Nel cielo  Offuscato Stringe, Espande, Dipinge. Gocce di neve, Una parola sola L' ora nascente Abbraccia  E assottiglia, Tra rivoli densi Oscurati Da uno sguardo Annebbiato Che versa Nel lascito bruno Una ciocca distinta Di fini candidi fiocchi.

Besio 1860_ed 2025_ gran premio della giuria

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Poesia

Mesti sospiri, Languido sguardo, Strisciano nel  Soppiatto destino, Nel covo di un Vano, distratto Sogno rapito. Una promessa Di terra eleva Il suo capo, Il respiro Dubbioso Di notte. Si ode Lontano Di campane Lo strascico, Di desiderio Il lascito, Tra folte parole Di un lungo Incarnato Canto divino. Polvere e cenere  Ruban il ricordo, I resti di un giorno Che geme disfatta, Che fragile brucia  E denso atterrisce All' ombra di nubi Insane, Mansuete.   Sorgono strade nude, Disabitate, Al levarsi di un dono Caduto Sui salici nobili  Che un pianto Urlano ai monti  Deserti. Triste Ristoro ricercano Invano, Nel nudo Bisbiglio Di un cielo Che assi taciuti Ha deposto  In un'alba  Sconnessa Che rintocchi Balzanti Getta a ponente.

Poesia

Noto rumore Intrude una fosca Nausea assordante Nei cori di cielo Appoggiata. E scivola via,  Nel quieto giunger Di un masso fisso Di impuro Tedio. Sovrasta un puro Impeto Un fitto Tremolio,  Un fresco orizzonte  Che l' alba densa Ferma sorseggia.

Poesia

Sfuggito attimo -Inciso  Nell'ultima pietra- Che nel mondo Sfiorai, Nel nudo Ricordo vacilla. Luce in danze Recondite, In schiocchi  Del vero,  Nell' aurora Sincera risorge. Palpita Sul piano asciutto Di un desiderio  profondo, Nei fieri ruggiti, Una sorte  Dalle levigate Dita, distorta. Si inclina Alla muta ora Sorgente, Che non riesco A vedere, L' incurvato dubbio Tra i salici spenti Di questo mattino, Che occhi pone -Distratti- Su un deserto  Stretto, declino.

Poesia

Tra ciottoli e lasciti Che mano Han di terra, Frugan le labbra Vani detriti, lievi Sospiri che Colli di sogni Lascian in cruda Risacca nel ventre Di un secco desio. Giunse mite Nel plesso Di un giogo, Al finire di Un canto di Sera, Un fruscio Desueto,  Che gli occhi Insani stringe  E tesi aggroviglia. Stanco, Sfuma l' urlo Cemento, Ritira le braccia Il caso rumore D'intorno. Discende un rabbuio. Decide un nudo Momento. Sorti alate flettono Le briglia, intingono l' ora. E il suolo dei passi Che resta.

Poesia

Dai morsi inflitti  Di un posto  Celato, Che fine tempo Deturpa, non mi salvai. Fuggii tra raggi Di un'ombra silente, nel piano destino. Fui una pianura fredda, Nel sangue il gelo Di un angolo notturno Dismesso, Dimenticato. Restai sospeso  -su assi composte-  Rette da grumi Di sogni E porte del vento. Salvò il rivolo Nascente un solo  Rumore, che  A tratti dentro  -tra flutti E caldi momenti- Di bulbi di fiori Ed di allori  Sparsi -E cadenti- È custode. Galoppa questa Vaga rubiconda Notte di cenere. Salvami, da quel cuore Immondo, Che vaga nel cieco Marciume. Salvami in questo Attimo, che a scorci Di sole tagliente Si inchina. Tienimi per mano Quando il tramonto Esausto nel nido Bollente Il muto capo reclina. Accarezza il mio  Nudo pallore, Tra densi conati Di nulla  Che balzano Malfermi Nelle tratte oscure Di scivolati nomi.

Poesia

Appanna una sera  Un velo sospiro Una vitrea spelonca In cui trapassai  Invero stretto  A una nitida Riva,  Che sogni ha A ponente. Non dissi di pianti, Di puri fruscii, Né di lunghi rimpianti. Non vidi più un fondo Ma almagamate Trincee sfumare  In un Cerchio di rame Che giunse nel mondo Dal ventre di un mare.

Poesia

Depone una gloria  Gli invitti trascorsi, Una falla desueta Si incarna in un giogo Che fu Immensità. Una promessa cieca L' alba ristora, Tra gli orti mondani E gli accoccolati sassi Nel fruscio divelto  Di un ventre scuro  Che valle ha di madre. Uno stridere denso, Un soppruso intenso Graffia l'incolto Strano brusio  Di uno stormo, il muto Bisbiglio spento Di un lontano villaggio. La fine radice recondita Di un opaco fermento Buca del mondo Il momento, E indomita la culla Di un giorno. Nelle pieghe d’erba  Ritrae il capo, Lí dove terra bruna Sgomenta sussurra, Il sangue denso  Dischiude e le nere  Vene assottiglia.

Silente colle

Ode un tramonto La voce tenue Di un bianco Fiore Redento. Sussurra A un fresco ristoro Una vita, Una tana sottile, Incolume, Un balzo frammisto Di sale e rugiada Che breccia di vita Amara Coglie,  E nel vento Sorgente lento Avviluppa. Riaffiora breve Una tiepida luce Innanzi al capo Di un colle inchinato. Fragile carezza, Il silenzio infine Domanda.

Poesia

Fervore intaccato Da una nuda rivolta Che breve scoperchia Placida fonte di assenza. Scompare il profondo E nulla si accosta Al fuoco di attesa Che l' aria branca E squilibra. Si ritrae e in gemiti Assorti scompare Uno sfocato passaggio Di pallida luna presenza.

Un cammino tinto di bianco

Pulsa fluida  Una branca di notte. Trattiene un fardello Dal lucido incombere  Di un vago Olfatto, Estraneo alla sorte. Una folta Memoria  Evoca un tempo. A volte si erge  E poi si  Assopisce. Brama una luce  Il sotterraneo Passo, che occhi bui  Ha di nudo Silenzio. Sussiste una Radice Sola, Immersa nel profondo Connubio Tra il sale di mare E un'attesa spenta Di un Nero Rumore. Riempie il lento tripudio  Iracondo Un placato torpore Nudo. Vibra nei sogni Avvolti da una folle Immensità  Un giogo residuo Di madre e di terra. Giunge insperata La vitrea Stasi, Che Nuvole assorte Assottigliano invano. Respiro residuo Fino al sorgere Di un rombo Che leva le urla, Che squarcia Impetuoso Il velato sentiero Di un mondo desto E deposto Su un cammino Tinto di bianco.

Assedio e silenzio

Lievi lividi passi Il timido torpore  Il candido tepore Tra pietre assorte E sguardi che il cuore Han di ghiaccio Attraversano. Il fervore del vento Lento pulisce I resti dispersi Di gride atterrire. Misericordia giunge Ai piedi degli alberi Ultimi che sfiorano Il cemento. Rallenta anche la notte Al vibrare dei rintocchi Tra queste scaltre dimore. Ai caduti lascia una pace Il ticchettio di una pioggia Che lenta è a venire. Sommesso un pianto Giace inerte tra cumuli Di macerie che il tempo Stanco fatica ad assistere.

Strade di notte nel folto settembre

Lieve contorna Il mite sasso Incauta tempesta. Sonno che schegge  Disperde e fine Leviga distratto. Dolente dono, Una amara  Balaustra  Di un tiepido Giorno. L' improvviso Rimbombo Tace, E ancora  Distorce Un' ira feconda Dai placidi  Arbori. Docile rombo Sul fondo Desueto Riempie L' aria Sfumata Che penso Di fusa. Mostra Nel vento Sottile, Socchiuso, Tratti Sbavati Di brontolii  Che inghiotte La voce dura Di una strada Pura, Ridotta al confino.